Tessere la rete dei Contratti di Fiume del Friuli Venezia Giulia. Evoluzioni, azioni e prospettive.

Anna Brusarosco

Parole chiave: Friuli Venezia Giulia, Rete, Comunità, Evoluzione

Keywords: Friuli Venezia Giulia, Network, Community, Evolution

Abstract:

IT) Il Friuli Venezia Giulia è caratterizzato da una trama di corpi idrici che ha valore ambientale, storico e identitario, ma che è minacciata da trasformazioni e dall’allontanamento delle comunità dai fiumi. Per affrontare queste sfide, dal 2015 sono stati formalmente introdotti i Contratti di Fiume. L’osservazione partecipante dei processi, resa possibile da una ricerca-azione sviluppata dai geografi dell’Università degli Studi di Udine in accordo con la Regione Autonoma FVG, consente di tracciare l’evoluzione dello strumento e le prospettive future, mettendo in luce il ruolo della partnership tra istituzioni accademiche e amministrative nella diffusione dei Contratti e nel consolidamento di una rete che sta facilitando la ricostruzione del legame tra comunità e territorio idrico.

EN) Region Friuli Venezia Giulia is characterized by a weft of water bodies that hold environmental, historical, and cultural significance but are threatened by transformations and the disconnection of communities from rivers. To address these challenges, River Contracts were formally introduced in 2015. Participant observation of the processes, made possible through a research-action conducted by the geographers of the University of Udine in partnership with the FVG Autonomous Region, allows for tracing the evolution of the tool and its future perspectives. It highlights the role of partnerships between academic and administrative institutions in promoting the Contracts and consolidating a network that facilitates the reconstruction of the bond between communities and their water territories.

Introduzione

La grande variabilità climatica, geologica, idrologica, idrogeologica e l’abbondanza di precipitazioni rendono il Friuli Venezia Giulia (FVG) un territorio particolarmente diversificato, attraversato da una trama di corpi idrici alpini, prealpini, morenici, di risorgiva e carsici, perenni e temporanei, ancora “selvaggi” o fortemente modificati, a cui si affiancano sistemi di canali artificiali e la laguna di Marano e Grado (fig. 1) (Bastiani e Venerucci, 2019; Martinis, 2024; Regione Autonoma FVG, 2018a, 2018b). Tale ricchezza di ecosistemi e paesaggi non ha solo un valore ambientale o strumentale agli usi umani, ma ha avuto anche un ruolo centrale dal punto di vista storico, memoriale, identitario per le comunità locali (De Cillia, 2000; Vallerani, 2004; Martinis, 2019).

Come la gran parte dei fiumi a livello globale, sottoposti a molteplici pressioni (Tawhidul Islam et al., 2024), anche il patrimonio idraulico del FVG è minacciato da trasformazioni puntuali e diffuse, che impattano sulla qualità delle acque, sugli habitat e sui livelli di rischio idrogeologico (Bastiani e Venerucci, 2019; Regione Autonoma FVG, 2018b). Non si tratta solo di pressioni e impatti materiali, ma anche delle conseguenze del progressivo allontanamento, negli ultimi decenni, delle comunità umane dai significati immateriali dei loro fiumi, che a sua volta ha alimentato disinteresse, de-responsabilizzazione, delega della cura e della presa di decisioni riguardo alla gestione delle acque (Fenoglio 2023; Visentin, 2024)

Per contribuire a rispondere a queste sfide complesse, anche in FVG è stato introdotto lo strumento del Contratto di Fiume (CdF), di cui questo contributo intende tracciare l’evoluzione e delineare le prospettive future.

Il lavoro si basa sull’analisi di documenti e sull’osservazione partecipante, resa possibile da una ricerca-azione in corso, sviluppata dai geografi dell’Università degli Studi di Udine nell’ambito di una convenzione tra Dipartimento di Lingue e letterature, comunicazione, formazione e società e Regione Autonoma FVG per il coordinamento del Tavolo Regionale dei Contratti di Fiume e lo svolgimento di attività di supporto ai CdF regionali (Brusarosco, 2024).

Questo coordinamento trasversale ha offerto l’opportunità di osservare potenzialità, criticità e dinamiche evolutive dei singoli CdF e dello strumento nel suo complesso da una prospettiva esterna, poiché i ricercatori non partecipano alle attività di costruzione e gestione dei singoli CdF e l’Ateneo non sottoscrive gli Accordi di programmazione strategico negoziata. Ma l’attività di supporto e tessitura di relazioni ha permesso di adottare anche un punto d’osservazione interno, consentendo di sviluppare riflessioni utili a guidare un’applicazione più efficace e coerente dei processi.

Fig. 1. Carta dei corpi idrici individuati, per la categoria di acque superficiali dei fiumi

Fig. 1. Carta dei corpi idrici individuati, per la categoria di acque superficiali dei fiumi (Regione Autonoma FVG, 2018b, p. 43).

Evoluzioni, azioni e prospettive dei Contratti di Fiume FVG: tre fasi (più una)

L’ordito: prime esperienze spontanee e riconoscimento regionale

I CdF sono stati ufficialmente introdotti dalla Regione Autonoma FVG con la L.R. n. 11 del 29 aprile 2015, che ha preceduto di poco il riconoscimento a livello nazionale[1]. L’art. 8 assegna alla Regione il compito di «promuovere la sottoscrizione dei Contratti di Fiume da parte dei Comuni e dei Consorzi di bonifica il cui territorio è compreso entro un bacino idrografico» (Regione Autonoma FVG, 2015, p. 11). L’art. 12 è specificatamente dedicato ai Contratti: conferma il ruolo di Comuni e Consorzi di bonifica, d’intesa con la Regione, nella loro istituzione, mediante il coinvolgimento di soggetti pubblici e privati (comma 1); definisce lo strumento (comma 2); puntualizza le fasi in cui questo si deve articolare, in coerenza con le linee guida nazionali (comma 3).

Successivamente, con la Delibera regionale n. 1448 del 28 luglio 2016, la Regione aderisce alla Carta Nazionale dei Contratti di Fiume del 2010, condividendone principi e contenuti e impegnandosi a divulgarla sul territorio regionale, e adotta il documento Definizioni e requisiti qualitativi di base dei Contratti di Fiume del 2015, quale documento metodologico e di indirizzo. Approva inoltre i contenuti minimi di uno schema del Documento di intenti (DdI) la cui sottoscrizione attiva ufficialmente il percorso. Infine, incarica l’Assessore regionale all’ambiente ed energia a promuovere iniziative di informazione, formazione e diffusione dei processi di CdF sul territorio regionale e a svolgere attività di monitoraggio.

In realtà, i CdF erano apparsi in FVG già prima di questo riconoscimento formale, con esperienze spontanee nate “dal basso”. Il primo soggetto a proporre il percorso, nel 2014, è l’Associazione Parco del Natisone, nata per promuovere un Parco fluviale transfrontaliero tra Italia e Slovenia per l’omonimo fiume. Il Contratto viene inizialmente considerato soprattutto come strumento funzionale a facilitare tale progetto (Venturini e Visentin, 2024, p. 7). Tra luglio 2014 e settembre 2016 si sviluppa la fase preparatoria, mediante incontri pubblici con le istituzioni e sui territori, giungendo alla sottoscrizione del DdI[2] il 6 febbraio 2017 (DdI – Verso il CdF Natisone, 2017).

Poco dopo, il 26 giugno 2017, viene sottoscritto[3] il DdI per il CdF Roiello di Pradamano. L’idea di promuovere un CdF era stata lanciata nel 2015 dal Consorzio di Bonifica Pianura Friulana, appoggiato dall’allora Assessore regionale all’Ambiente Sara Vito e accolta da un comitato locale di cittadini, il Comitato Amici del Roiello di Pradamano (CdF Roiello di Pradamano – Analisi conoscitiva preliminare integrata, 2020). Anche se questo secondo processo viene proposto dalle istituzioni, si radica nel lavoro preparatorio svolto dal 2011 dal Comitato per ripristinare la presenza e l’immagine del Rio nella comunità, dopo una fase di abbandono negli ultimi decenni, riconoscendone il ruolo materiale e simbolico per la storia, la cultura e l’identità del territorio (CdF Roiello di Pradamano – DdI, 2017; CdF Roiello di Pradamano – Analisi conoscitiva preliminare integrata, 2020). Il Comitato è stato poi il principale animatore del percorso, assumendone la leadership, informalmente, ma in modo molto efficace.

La trama: diffusione di percorsi autonomi

La seconda fase si apre nel 2017 con due CdF avviati, che vengono costruiti con tempi e modalità differenti, scontrandosi con le difficoltà dell’essere “apripista” di un processo sicuramente complesso. Il CdF Natisone continua le attività (con l’elaborazione dell’Analisi conoscitiva nel 2018) fino alla metà del 2019, per poi perdere di slancio per diverse ragioni: difficoltà a stabilire una visione condivisa, scarso sostegno del territorio dovuta anche al limitato interesse nel coinvolgere attivamente altri soggetti locali, cambiamenti di amministrazione regionale e locale, rallentamenti dovuti alla pandemia Covid-19. Le attività riprendono dal 2021, anno in cui si giunge – non senza qualche difficoltà – alla definizione del Documento Strategico (DS) (Venturini e Visentin, 2024, pp. 7-8).

Grazie all’impegno del Comitato, il cammino del CdF Roiello risulta invece più lineare, seppur non più rapido, poiché fortemente basato sull’effettiva partecipazione di un alto numero di portatori di interesse, che prendono parte all’elaborazione dell’Analisi conoscitiva, finalizzata nel 2020, e del DS, sottoscritto a Maggio 2021 (Venturini e Visentin, 2024, pp. 6-7).

Bisognerà attendere la sottoscrizione del DdI del CdF Cormor, a maggio 2019, perché un nuovo processo si avvii ufficialmente. È ancora un soggetto della società civile, l’Associazione Valle del Cormor, che nel 2016 inizia ad occuparsi del corso d’acqua, per la sua valorizzazione legata alla mobilità lenta. La proposta di intraprendere il percorso viene lanciata a maggio 2018, quando inizia la fase preparatoria vera e propria. Al DdI aderiscono ben 25 Comuni[4] (DdI verso il CdF – Il torrente Cormor: dalla collina alla laguna, 2019). L’Associazione assumerà nel tempo un ruolo sempre meno rilevante, pur continuando a partecipare. Anche in questo caso, dopo l’entusiasmo dell’avvio, si assiste ad un rallentamento, dovuto anche alla numerosità delle amministrazioni coinvolte: l’Analisi conoscitiva viene sviluppata solo nell’estate 2022, seppur con modalità innovative, attraverso webinar tematici (Brusarosco e Visentin, 2023, pp. 96-99).

Nel 2020, nonostante le difficoltà dovute alla pandemia Covid-19 (che non ha facilitato, in generale, i processi partecipativi), emergono nuovi percorsi. A settembre 2020 vengono sottoscritti i DdI del Contratto di Area Umida per il sistema della Laguna di Marano e del CdF Judrio. Il primo è l’unico caso in Regione legato ad un progetto finanziato da un programma europeo[5]. Questo ha garantito il supporto economico al processo, ma ha anche richiesto il rispetto di scadenze precise, obbligando ad accelerare il percorso: in meno di un anno si è giunti all’ elaborazione del Programma d’azione (PdA), parzialmente sottoscritto nell’estate 2021. Attività partecipative svolte prevalentemente online, costruzione molto rapida e approccio sostanzialmente top-down[6] hanno determinato una sostanziale debolezza del Contratto (Venturini e Visentin, 2024, p. 9): dopo la sottoscrizione da parte di alcuni portatori di interesse, le attività sono rallentate e ad oggi sono ferme.

Il percorso per il CdF Judrio è invece caratterizzato dal forte impulso dato dall’associazionismo locale, da un approccio più partecipativo e da tempi di costruzione più lenti. L’interlocuzione tra cittadinanza, Comuni e Regione prende il via dal 2015 e nel 2017 l’Associazione Judrio propone l’avvio del processo. Nel 2018 17 Comuni[7] aderiscono formalmente al DdI e nel 2019 ne deliberano la sottoscrizione, che verrà finalizzata nel 2020 (DdI – Verso il CdF Judrio, 2020).

Nell’autunno 2020, infine, è il Comune di Sacile ad avviare la fase preparatoria per il CdF Alto Livenza. La segreteria tecnica viene affidata a una società partecipata, che si occupa del processo di costruzione del Contratto, avviato ufficialmente a dicembre 2021 con la sottoscrizione del DdI[8] (Verso il CdF Alto Livenza – DdI, 2021).

In questa seconda fase si assiste quindi ad una diffusione dello strumento a livello regionale, con una spinta che viene sia dalla società civile che dai Comuni e un ruolo di stimolo ancora relativamente limitato della Regione, che sostanzialmente appoggia processi che emergono in modo spontaneo. La principale iniziativa di promozione e supporto è la pubblicazione nel 2019 dell’Atlante degli Obiettivi per la diffusione dei Contratti di fiume, di lago e costa nella Regione FVG, pensato per «fornire un supporto unitario ed organico, di facile consultazione, che metta a disposizione degli enti e delle comunità locali, indicazioni ed elementi conoscitivi per la redazione dei CdF» (Bastiani e Venerucci, 2019, p. 6).

I processi si sviluppano in modo autonomo, con pochi contatti reciproci, mancando occasioni strutturate di incontro e confronto. Non è più la fase “pionieristica” dei CdF Natisone e Roiello, ma comunque i CdF si trovano ad affrontare le sfide di un processo ancora poco conosciuto, nel suo significato e nei suoi aspetti organizzativi e gestionali.

È in questa fase, dal 2019, che i geografi dell’Università di Udine iniziano ad occuparsi dei CdF, dapprima per interesse personale, che poi diventa anche accademico[9]. Tra il 2020 e il 2021 indagano lo “stato dell’arte” dei CdF in FVG, mediante analisi di documenti, osservazione partecipante e interviste ai principali soggetti coinvolti, con l’obiettivo di comprendere le relazioni tra partecipazione, place-making e senso del luogo che lo strumento può promuovere (Venturini e Visentin, 2024, p. 4). Questo interesse permette ai ricercatori di entrare in contatto sia con i singoli CdF, che con le autorità regionali, e serve a gettare le basi per la fase successiva.

La rete: consolidamento, cooperazione e partnership

La ricerca-azione viene avviata a dicembre 2021, grazie ad una convenzione tra Regione e Università, che viene incaricata di coordinare il Tavolo Regionale dei Contratti di Fiume FVG, come momento di incontro e confronto tra i soggetti interessati. L’accordo prevede inoltre il monitoraggio dei processi e delle azioni di informazione, sensibilizzazione, formazione e partecipazione realizzate sui territori. Il 1° Tavolo si svolge online, a febbraio 2022, con 36 partecipanti, rappresentanti dei soggetti promotori e capofila dei CdF in corso. Al 2° Tavolo, tenutosi a giugno 2022 a Udine presso la sede della Regione, i partecipanti sono una cinquantina. Il riscontro alle due iniziative e il dialogo avviato tra ricercatori e rappresentanti dei CdF evidenziano la necessità di attivare azioni più incisive per far conoscere e comprendere potenzialità e problematiche dello strumento, e come approcciarlo nel modo corretto. Inoltre, serve creare massa critica territoriale, coordinata e propositiva, per favorire una più ampia partecipazione e assunzione di responsabilità nella cura dei corpi idrici e avere voce negli orientamenti e nelle scelte delle autorità regionali.

Dall’estate 2022 vengono avviate altre attività di supporto (Brusarosco, 2024): incontri di monitoraggio dei processi in corso e consulenza sulle modalità di svolgimento del processo, il lancio di una pagina Facebook dedicata[10] e la pubblicazione di una sorta di vademecum mirato a fornire riflessioni e strumenti pratici a chi si avvicini al tema dei CdF.

Viene coinvolta nella partnership anche la Fondazione COMPA-FVG[11], con cui i ricercatori costruiscono la Comunità tematica sui CdF FVG, iniziativa di formazione e “messa in rete” delle diverse componenti[12] dei CdF, per lo sviluppo di idee, istanze e proposte da presentare al Tavolo Regionale. Un primo ciclo di 5 incontri si svolge tra ottobre 2022 e marzo 2023, preceduto da un world café sul tema della partecipazione. Sono i partecipanti stessi alla Comunità a far emergere i temi di discussione che ritengono prioritari e sui quali sviluppano riflessioni e proposte[13], che vengono portate al 3° Tavolo Regionale, a giugno 2023 a Udine[14] (Brusarosco, 2024), che conta una settantina di partecipanti.

Il principale valore della Comunità si dimostra però quello di essere uno spazio di incontro tra soggetti che prima operavano in modo autonomo. Entra cioè in gioco fortemente la relazione tra CdF, che iniziano a percepirsi come nodi di una rete, condividendo obiettivi, criticità, competenze, esperienze. I processi traggono beneficio dall’apprendimento reciproco: diventano più rapidi, ma anche più efficaci e in generale più partecipati e condivisi. In questa fase vengono sottoscritti 4 Contratti[15], viene ufficialmente attivato il CdF Noncello (su proposta del Comune di Pordenone)[16] e si avvia la fase preparatoria per il CdF Torre (su stimolo dell’Associazione I Guardiani del Torre) (fig. 2).

Fig. 2. Contratti di Fiume attivi a dicembre 2024 in Friuli Venezia Giulia. (Brusarosco, 2024, p. 173).

Fig. 2. Contratti di Fiume attivi a dicembre 2024 in Friuli Venezia Giulia. (Brusarosco, 2024, p. 173).

Una rete che diventa un tessuto sempre più compatto e coerente – anche grazie ad un secondo ciclo di incontri della Comunità tematica, tra dicembre 2023 e ottobre 2024[17] – capace di sviluppare istanze comuni nei confronti della Regione e ottenere sempre più visibilità.

Visibilità sui territori, grazie all’organizzazione di eventi pubblici[18], a cui i ricercatori partecipano raccontando potenzialità e criticità dello strumento e il suo significato per la promozione di una nuova cultura dell’acqua.

Ma visibilità anche verso il contesto amministrativo e politico, che si interessa sempre più ai CdF, cogliendone la potenziale rilevanza: il 7 febbraio 2024 si svolge una audizione in Commissione Ambiente del Consiglio Regionale dedicata ai CdF in cui viene evidenziato, tra l’altro, che i fondi stanziati dall’Amministrazione regionale sono passati da circa 20.000 euro nel 2018 a più di 400.000 euro nel 2023 (Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, 2024).

La terza fase si chiude nel 2024 con il 4° incontro del Tavolo Regionale, svoltosi a Corno di Rosazzo il 13 novembre, organizzato in collaborazione con l’Associazione Judrio e il Tavolo Nazionale dei Contratti di Fiume. Alla giornata[19] partecipano oltre 200 persone, in rappresentanza di tutti i Contratti e anche di territori in cui lo strumento non è ancora applicato: un cambio di passo notevole rispetto al primo incontro, a testimonianza che il lavoro di supporto ha iniziato a dare i suoi frutti (fig. 3).

(Fig. 3) 4° incontro del Tavolo Regionale dei Contratti di Fiume FVG

(Fig. 3) 4° incontro del Tavolo Regionale dei Contratti di Fiume FVG

Nuovi intrecci: prospettive future

Con la fine del 2024 sembra aprirsi una nuova fase per i CdF in FVG. Lo strumento si è consolidato e diffuso, la cooperazione è sempre più stretta e nuovi soggetti si avvicinano a questo modello di governance fluviale. Dei processi avviati durante la seconda fase, resta da sottoscrivere quello per lo Judrio, anche se intanto l’Associazione Judrio svolge un lavoro capillare di animazione territoriale, sensibilizzazione e informazione. Il CdF Noncello prosegue rapidamente: a dicembre 2024 è iniziata la definizione del PdA. I Contratti sottoscritti hanno iniziato a realizzare le attività previste: passaggio non scontato, dato che spesso (è una delle criticità dello strumento) i processi entrano in una fase di stallo una volta esaurita la spinta che porta alla sottoscrizione dell’Accordo.

Soprattutto stanno emergendo nuovi possibili percorsi. Innanzitutto quello già citato per il Torre, per il quale l’associazione I Guardiani del Torre, costituitasi appositamente, si è attivata da fine 2022, coinvolgendo le amministrazioni comunali. Come capofila è stato individuato il Comune di Udine e la sottoscrizione del DdI è attesa a breve. Per il Corno, a febbraio 2023 cinque amministrazioni comunali hanno concordato un protocollo d’intesa per giungere alla sottoscrizione del DdI e stanno lavorando in questo senso. Il Comune di Staranzano si è recentemente attivato per costruire un percorso per la foce del Fiume Isonzo, che per il momento sarà necessariamente di livello regionale, ma che potrebbe in futuro coinvolgere la Slovenia per sviluppare azioni transfrontaliere. Il 21 dicembre 2024, in un incontro molto partecipato a Gemona, l’Ecomuseo delle Acque del Gemonese lancia la proposta di un CdF per il Ledra.

I ricercatori dell’Università di Udine stanno ricevendo richieste di informazioni e orientamento allo strumento anche per altri corpi idrici regionali: un fermento territoriale che sembra testimoniare un rinnovato interesse per la cura dei corpi idrici.

Tessitori: la ricerca al servizio di una nuova cultura dell’acqua

L’esame del cammino di tessitura della rete dei CdF in FVG consente di evidenziare risultati raggiunti e prospettive future. I Contratti sono passati in pochi anni da un numero ridotto di processi isolati a una comunità in espansione, che sta guadagnando il crescente riconoscimento di amministrazioni, società civile e cittadinanza.

Attualmente, i CdF coprono un territorio pari a circa 1/3 dei Comuni regionali[20]. Se si avviassero i CdF Torre, Corno, foce dell’Isonzo e Ledra, si arriverebbe a quasi la metà delle amministrazioni (e relative comunità) coinvolte in almeno un CdF.

Non si tratta solo di un incremento quantitativo dei nodi della rete: anche la qualità dei processi sta migliorando. Se inizialmente, inevitabilmente, i tempi di implementazione dei percorsi sono stati lunghi, oggi si sta andando verso processi più snelli, senza tuttavia perdere in efficacia e in capacità di essere partecipati perché beneficiano dell’esperienza acquisita e condivisa tra i CdF. Allo strumento si stanno avvicinando nuove tipologie di attori, come l’Ecomuseo, e una varietà maggiore di soggetti partecipano e si interessano al tema.

L’intervento dei ricercatori, inoltre, ha orientato lo sviluppo di una maggiore attenzione (nei linguaggi, approcci, azioni) agli obiettivi indiretti dei CdF (Brusarosco e Visentin, 2023). I CdF non vengono considerati solo uno strumento di supporto alla pianificazione, alla governance e alla valorizzazione del territorio, ma come un modo per ricostruire il legame tra comunità e territorio idraulico e promuovere una nuova cultura dell’acqua, basata sulla cura e la responsabilità individuale e collettiva.

Questi risultati sono stati possibili perché attorno ai CdF in FVG si è costruita una partnership tra Università, istituzioni e terzo settore. L’obiettivo non è stato di attivare dall’alto “progetti” di CdF, o gestire attività nell’ambito delle esperienze avviate. Il focus è stato invece il processo, per metterne in luce potenzialità e opportunità, ma anche criticità e difficoltà, lavorando su aspetti trasversali, quali la qualità della partecipazione, la rilevanza strategica dello strumento e l’efficace collaborazione tra amministrazioni e società civile. Si è puntato cioè a favorire la messa in rete, accompagnando i territori nel percorso di emersione e costruzione non solo dei CdF in sé, ma di una più ampia sensibilità condivisa verso i corpi idrici con tutti i loro significati materiali e immateriali. Un lavoro di tessitura che è ancora in corso, ma che poggia ormai su un solido telaio, che tuttavia deve essere continuamente sistemato, calibrato e oliato.

 

Riferimenti bibliografici

Bastiani, M., Venerucci, V. (2019). Atlante degli obiettivi per la diffusione dei Contratti di fiume, di lago e costa (CdF) nella Regione Friuli Venezia Giulia. Ecoazioni – Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia. Available at: https://www.regione.fvg.it/rafvg/export/sites/default/RAFVG/ambiente-territorio/pianificazione-gestione-territorio/FOGLIA213/allegati/ATLANTE_REGIONALE_RAFVG.pdf, (accessed 17 December 2024).

Brusarosco, A. (2024). “Un percorso di ricerca-azione per la gestione partecipata e collaborativa dei corpi idrici: i Contratti di Fiume in Friuli Venezia Giulia”. In: Documenti geografici. Geografia, innovazione e risorse idriche nel contesto della transizione ecologica, n.1, pp. 167-189.

Brusarosco, A., Visentin, F. (2023). Costruire Contratti di Fiume. Riflessioni, percorsi, pratiche, Forum, Udine, I.

Contratto di Fiume Natisone – Analisi conoscitiva preliminare integrata sugli aspetti ambientali sociali ed economici del territorio (2018). Available at: https://contrattofiumenatisone.it/wp-content/uploads/2024/01/Analisi-conoscitiva-preliminare.pdf (accessed 18 December 2024).

Contratto di Fiume Roiello di Pradamano – Documento di Intenti (2017).

Contratto di Fiume Roiello di Pradamano – Analisi conoscitiva preliminare integrata (2020).

De Cillia, A. (2000). I fiumi del Friuli Venezia Giuli. Dalla Livenza al Timavo, dalla Carnia alle lagune. Paolo Gaspari Editore, Udine, I.

Documento di Intenti – Verso il Contratto di Fiume Natisone (2017). Available at: https://contrattofiumenatisone.it/wp-content/uploads/2024/01/Documento-dintenti.pdf (accessed 18 December 2024).

Documento d’Intenti verso il Contratto di Fiume – Il torrente Cormor: dalla collina alla laguna, 2019.

Documento d’Intenti – Verso il Contratto di Fiume Judrio, 2020. Available at: https://cdfjudrio.it/wp-content/uploads/2020/11/Documento-intenti.pdf (accessed 19 December 2024).

Documento d’Intenti verso il Contratto di Fiume – Il Fiume Noncello (2023). Available at: https://www.comune.pordenone.it/it/comune/comunicazione/comune-informa/notizie/contratto-di-fiume-noncello (accessed 21 December 2024).

Fenoglio, S. (2023). Uomini e fiumi. Storia di un’amicizia finita male. Rizzoli, Milano, I.

Martinis, M. (2019). Le acque del Friuli Venezia Giulia. Inquadramento idrologico. Ribis, Udine,I.

Martinis, M. (2024). Fiumi del Friuli Venezia Giulia. Le vie d’acqua a Nordest. Editoriale Programma, Treviso, I.

Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia (2015). Bollettino Ufficiale – 2° supplemento ordinario n. 19 del 6 maggio 2015 al bollettino ufficiale n. 18 del 6 maggio 2015. Available at: https://bur.regione.fvg.it/newbur/visionaBUR?bnum=2015/05/06/19 (accessed 24 december 2024).

Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia (2018a). Piano Regionale di Tutela delle Acque – Descrizione generale del territorio. Available at: https://www.regione.fvg.it/rafvg/export/sites/default/RAFVG/ambiente-territorio/pianificazione-gestione-territorio/FOGLIA20/FOGLIA22/allegati/1_-_Descrizione_generale_territorio.pdf (accessed 17 December 2024).

Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia (2018b). Piano Regionale di Tutela delle Acque – Analisi conoscitiva. Available at: https://www.regione.fvg.it/rafvg/export/sites/default/RAFVG/ambiente-territorio/pianificazione-gestione-territorio/FOGLIA20/FOGLIA22/allegati/2_-_Analisi_conoscitiva.pdf (accessed 17 December 2024).

Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia (2024). Ambiente. Audizioni in IV Comm: tutela FVG attraverso Contratti Fiume. Available at: https://www.consiglio.regione.fvg.it/pagineinterne/Portale/comunicatiStampaDettaglio.aspx?ID=831152 (accessed 21 December 2024).

Tawhidul Islam, S., Hafizur Rahman, S., Matin, M. A., Dey, A., Talukder, B., Sanyal, N., Asadujjaman, Md., Akand, K. (2024). “State of the World’s Rivers”. In Annual Review of Environment and Resources, vol. 49, pp. 137–162.

Venturini, F., Visentin F. (2024). “River contracts in north-east Italy: Water management or participatory process?”. In The Geographical Journal, 190 (2), pp. 1-14.

Verso il Contratto di Fiume Alto Livenza – Documento di Intenti (2021).

Vallerani, F. (2004). Acque a nordest. Da paesaggio moderno ai luoghi del tempo libero. Cierre, Verona, I.

Visentin, F. (2024). Geografie d’acqua: paesaggi ibridi. Marsilio Editori, Venezia, I.

  1. Con la Legge n. 221 del 28 dicembre 2015, detta ‘Collegato Ambientale’ alla Legge di stabilità 2016. L’art. 59 ha introdotto nel Codice dell’ambiente un nuovo articolo, il 68-bis, che riconosce e disciplina i CdF.
  2. Sottoscritto da Associazione Parco del Natisone, 9 Comuni, Regione Autonoma FVG, Autorità di Bacino dei Fiumi Isonzo, Tagliamento, Piave, Brenta-Bacchiglione e Acquedotto Poiana SpA. Successivamente hanno aderito altri 5 Comuni.
  3. Sottoscritto da Comitato Amici del Roiello di Pradamano, Consorzio di Bonifica Pianura Friulana, Regione Autonoma FVG, Comuni di Pradamano e Udine. Successivamente ha aderito anche Legambiente FVG.
  4. Sottoscrivono il DdI, inoltre, la Regione Autonoma FVG, il Consorzio di Bonifica Pianura Friulana e l’Associazione Valle del Cormor.
  5. Progetto Interreg Italia-Croazia CREW – Coordinated Wetland Management in Italy-Croatia Cross-Border Region.
  6. Partner del progetto e soggetto promotore del Contratto è stata la Comunità Riviera Bassa Friulana, mentre la società civile locale e i singoli Comuni sono stati coinvolti solo parzialmente nelle attività partecipative.
  7. Hanno sottoscritto il DdI anche l’Associazione Judrio, la Regione Autonoma FVG, il Consorzio di Bonifica Pianura Isontina (che ha assunto il ruolo di capofila) e l’Autorità di bacino distrettuale Alpi Orientali.
  8. Sottoscritto da 7 Comuni del FVG e 2 Comuni del Veneto, oltreché dalla Regione Autonoma FVG e da portatori di interesse di vario tipo, che si uniranno alla sottoscrizione anche successivamente, raggiungendo i 41 portatori di interesse aderenti.
  9. Dapprima, la Prof.ssa Franca Battigelli e il Prof. Mauro Pascolini seguono le attività di costruzione dei CdF Roiello di Pradamano, seguiti poi dal Prof. Francesco Visentin, che inizia ad approfondire lo studio dei CdF in FVG nel loro complesso.
  10. www.facebook.com/ContrattidiFiumeFVG.
  11. All’epoca, ente strumentale di ANCI mirato a rafforzare la capacità istituzionale, di pianificazione, organizzativa e gestionale degli Enti pubblici in FVG. Dal 30/07/2024 divenuta Fondazione in house della Regione Autonoma FVG.
  12. Capofila e promotori e portatori di interesse, oltreché soggetti come Legambiente FVG, che da tempo si impegna a promuovere i CdF regionali.
  13. Nel primo ciclo si approfondiscono questioni legate a comunicazione, governance e accesso ai finanziamenti.
  14. Tra i risultati delle proposte presentate vi è l’inserimento dei CdF tra le attività finanziabili nell’Avviso pubblico finalizzato alla selezione di progetti di investimento di valenza territoriale di iniziativa pubblica sovracomunale, emesso dalla Regione a luglio 2023. L’Avviso ha finanziato i progetti di tre CdF: Natisone (8.000.000 euro), Alto Livenza (oltre 7.000.000 euro) e Corno (8.000.000 euro). Il 24 ottobre 2023, inoltre, i Consiglieri regionali Roberto Novelli, Andrea Cabibbo e Michele Lobianco hanno presentato l’OdG n. 37 Collegato al Disegno di legge n.8 – accolto dalla Giunta – chiedendo che la Regione si impegni a costituire uno specifico Servizioe una PO dedicati ai CdF.
  15. Rio Roiello di Pradamano a Novembre 2022, Natisone a Settembre 2023, Cormor a Maggio 2024 e Alto Livenza a Luglio 2024.
  16. Il DdI viene sottoscritto a Novembre 2023 dai Comuni di Pordenone (capofila), Cordenons e Porcia e da Regione Autonoma FVG, Autorità di bacino distrettuale delle Alpi Orientali, Consorzio di Bonifica Cellina Meduna e 22 portatori di interesse (DdI verso il CdF – Il Fiume Noncello, 2023).
  17. Il secondo ciclo, preceduto da un world café mirato a costruire una visione di medio-lungo periodo per i CdF regionali, si è svolto in 4 appuntamenti, in cui sono stati approfondite questioni legate a strategie e comunicazione, organizzazione e finanziamenti.
  18. Ad es., festival che utilizzano l’arte per sensibilizzare i cittadini sui temi dell’acqua e del legame con l’ambiente fluviale, come Fluxjudri, organizzato dall’Associazione Judrio, Art in Tor, organizzato dall’Associazione I Guardiani del Torre e il Festival dell’Acqua organizzato dal Comune di Staranzano.
  19. Che ha previsto nella mattinata una sessione dedicata alla campagna “Le donne dell’acqua” del Tavolo Nazionale, e al pomeriggio l’incontro del Tavolo Regionale vero e proprio.
  20. Con 70 su 215 Comuni coinvolti in almeno un CdF e 9 di questi in più d’uno.